CESAREO Spesso nel mondo dell’osteopatia e della medicina naturale ho avvertito posizioni fortemente contrarie al taglio cesareo. Questo punto di vista appare discutibile, nel momento in cui queste discipline non si pongono al servizio della medicina tradizionale, pretendendo di essere “alternative” e al di fuori del mondo accademico.

A mio avviso credo si debba invece sottolineare come il taglio cesareo sia una pratica medica che può determinare la vita o la morte di due individui: la madre e il nascituro. Prima di discutere delle conseguenze possibili in ambito clinico delle interferenze delle cicatrici del taglio cesareo a livello della salute della mamma, credo sia fondamentale ribadire che le indicazioni del taglio cesareo, secondo le recenti linee guida del ministero della salute, sono molto precise e volte a tutelare la salute delle mamme e dei bambini: di qui ecco perché occorre ringraziare questo atto medico e coloro che lo eseguono.1

Ciononostante, per citare la guida “Taglio cesareo: una scelta appropriata e consapevole”, la scheda divulgativa ottenuta a partire dalle nuove linee guida del 2011, “Il parto è un evento naturale, ma vi è sempre più la tendenza a trasformarlo in un intervento chirurgico. In molti casi, oggi, specie in Italia, le donne partoriscono con il taglio cesareo senza un reale motivo di salute”. Il Ministero della Salute denuncia il caso del numero eccessivo dei parti cesarei che in Italia costituiscono un record, con l’aggravante che il 43% dei parti cesarei sarebbe ingiustificato e questo comporterebbe un aumento dei rischi per la salute della donna e del neonato.2

Da un punto di vista meccanico una cicatrice, quando presenta aderenze, puo’ essere pensata a delle graffette metalliche o delle mollette sui nostri vestiti che pinzassero tra loro sia gli abiti che la biancheria sottostante: immaginando di doverci muovere, ci troveremmo dei tiranti che limitano i nostri movimenti. Allo stesso tempo queste “graffette” potrebbero invece pinzare tra loro dei piani di scivolamento dove sia particolarmente significativo lo scorrimento di fluidi corporei (linfa, liquido sieroso peritoneale, ecc..) o dove siano alloggiati dei vasi: in tal modo, oltre al movimento, la cicatrice potrebbe influenzare anche la circolazione sanguigna o linfatica. Nei casi più gravi, queste aderenze possono necessitare di intervento chirurgico, ma spesso, nelle forme più lievi, laddove l’alterazione non porta a sintomi immediatamente significativi, l’effetto del taglio cesareo viene trascurato.3

Ciononostante, a distanza di tempo, possono comparire nella mamma dolori addominali o dolori alla schiena con segni di instabilità lombo-pelvica magari (non dobbiamo dimenticare l’importanza in tal senso delle fasce muscolari addominali e del muscolo trasverso che vengono sezionate durante l’intervento), disturbi di pesantezza al basso ventre, sanguinamenti durante i rapporti.4

Da un importate studio, per chi si occupa di terapia manipolativa, si è visto che la mobilizzazione e la manipolazione precoce delle aderenze a livello dell’addome (in particolare delle fasce peritoneali) possono prevenire l’instaurarsi di queste aderenze. Attraverso queste tecniche manuali è possibile infatti intercettare le cicatrici che potrebbero interferire negativamente nella postura nel movimento e ridurre il loro impatto a livello corporeo.5

Negli anni, mi sono reso conto che spesso gli specialisti in ortopedia si dimostrano attenti agli esiti cicatriziali a livello della chirurgia della mano, ben sapendo che questi possono inficiare i risultati dei loro interventi. Ritengo quindi opportuno ricordare che anche le cicatrici nell’addome, e quella del taglio cesareo in particolare, possono interferire in taluni casi sulla biomeccanica lombare e sulla stabilità lombo-pelvica. Auspico che sempre più specialisti in ortopedia e ginecologia tengano conto di queste problematiche coinvolgendo, fisioterapisti ed osteopati nella gestione delle cicatrici post-intervento e delle problematiche post-partum, nell’ottica di una collaborazione professionale sempre maggiore volta al benessere del paziente.6

 

1-Hofmeyr GJ, Hannah ME. “Caesarean section for term breech delivery.”Cochrane Database Syst Rev. 2003;(3):CD000166.

2- Linee guida de Il Sistema nazionale per le linee guida dell’Istituto superiore di sanità (SNLG-ISS) “Taglio Cesareo una scelta appropriata e consapevole” 2011

3- Bordoni B Zanier E “Skin, fascias and scars: symptoms and systemic connections.” Multidiscip Healthc. 7:11-24.

4- Awonuga AO, Fletcher NM, Saed GM, Diamond MP.”Postoperative adhesion development following cesarean and open intra-abdominal gynecological operations: a review.” Reprod Sci. 2011 ;18(12):1166-85.

5- Bove GM, Chapelle SL. “Visceral mobilization can lyse and prevent peritoneal adhesions in a rat model.”J Bodyw Mov Ther. 2012 Jan;16(1):76-82.

6- Bordoni B, Zanier E. “L’approccio manuale alle cicatrici: un sistema da trattare” Edi-Ermes Editore,  gennaio 2015.

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