Fisioterapia a domicilio

Vi siete mai trovati nel bisogno di un fisioterapista che viene a domicilio, nella vostra casa? Ovviamente avrete cercato le migliori cure, ma anche i migliori professionisti, umanamente, perchè…

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Certamente può essere capitato di non potersi muovere e avere bisogno di qualche servizio a domicilio…Nel caso di un servizio di fisioterapia a domicilio questo è ancora più importante in quanto magari si fa fatica a muoversi o si ha una grossa problematica di salute: basti pensare che le maggiori richieste a domicilio riguardano patologie importanti come il morbo di Parkinson, gli ictus che possono dare emiparesi, emiplegie, disabilità importanti, le fratture, la cura e riabilitazione dell’anziano.

VISION DEL SERVIZIO

“Questa è la vera natura della casa: il luogo della pace; il rifugio non soltanto da ogni torto, ma anche da ogni paura, dubbio e discordia.” (John Ruskin, Sesamo e Gigli, 1865)

Che cosa accade quando questa frase inizia a perdere significato? Quando le mura di casa divengono i confini invalicabili della propria condizione di salute? Quando lo spazio terapeutico fisioterapico invece di essere uno studio professionale o la palestra di un ospedale è invece la casa del paziente?

Ovviamente accadono molte cose sotto il profilo sia personale che professionale. Per prima cosa si dovrebbe riflettere sul fatto che non è più il paziente a venire nel posto dove noi lavoriamo, ma siamo noi invece ad a lavorare nel luogo in cui egli vive. Ciò comporta che la nostra attenzione deve essere volta a innanzitutto a rispettare le abitudini, i vissuti e l’intimità del luogo in cui vive il paziente.

Uno dei vantaggi della terapia domiciliare è indubbiamente la familiarità e la contestualizzazione del paziente nel proprio ambiente domestico, avendo pertanto la possibilità di vederlo nelle abilità e nelle difficoltà della vita quotidiana. A seconda del suo grado di disabilità, potremo infatti proporre strategie adeguate alla tipologia di abitazione e valutare la presenza di barriere architettoniche: se ad esempio  vi sono delle scale e nelle performances del paziente la capacità di salire o scendere le scale risulta compromessa, sarà utile al terapista, al fine di dare le adeguate indicazioni alla famiglia, osservare l’alzata dei gradini, la larghezza degli stessi, la presenza o meno di corrimano, il rischio di caduta, la quantità di gradini (per l’impatto nel sistema cardiocircolatorio), ecc…

Uno dei limiti del trattamento a domicilio è inoltre la difficoltà nell’utilizzare strumentazioni e facilitazioni tecniche: particolare attenzione dovrà essere portata alle tecniche di movimentazione dei carichi, onde evitare danni al paziente ma anche al terapista stesso. Qualora possibile sarà utile  dunque avvalersi di sollevatore ove disponibile o di altri ausili. Infine benché la familiarità con il paziente possa favorire la relazione terapeutica, anche in ambiente domiciliare occorre mantenere un atteggiamento di “empatia”, e non di “simpatia”. Con l’empatia è possibile gestire al meglio la relazione terapeutica, mentre la simpatia può portare il paziente a un eccessivo avvicinamento, al rischio di una idealizzazione/svalutazione del terapista e, da parte del fisioterapista a difficoltà nel momento di interruzione del trattamento, burn out e frustrazione.

Ho sempre ritenuto fondamentale poter intervenire anche a domicilio quando necessario e senz’altro, con la mia equipe di esperti sono lieto di poter dire che il trattamento a domicilio è un “fiore all’occhiello” della mia attività.

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