L’impatto delle cicatrici nella salute: l’osteopatia come cura

Le cicatrici possono richiedere cura da parte dell’osteopata: esse possono essere “attive” e trattate con manipolazioni, massaggio profondo e osteopatia viscerale.

Le cicatrici possono risultare essere attive, perturbanti, patologiche o neurologiche, ovvero, in una certa percentuale di casi, problematiche, come delle adesioni e aderenze dei piani fasciali. Le cicatrici possono richiedere l’intervento di un professionista come l’osteopata o il fisioterapista che con opportune manipolazioni, massaggio profondo o osteopatia viscerale possa affrontare il disturbo.

Le cicatrici sono un evento molto frequente nella vita delle persone: dagli interventi chirurgici, alle ferite durante un trauma, alle ustioni. Spiacevoli eventualità che riscontriamo con una certa frequenza nella vita di un essere umano e che possono creare dei disturbi che devono essere presi in considerazione e opportunamente trattati.  Le adesioni e le aderenze tra i piani muscolari, cutanei e fasciali possono creare dei disturbi che quindi richiedono di essere trattati con manipolazioni, massaggio profondo e osteopatia viscerale.

Ogni componente e ogni cellula del corpo umano producono sostanze per ricevere informazioni e a propria volta rispondere, in maniera autocrina e paracrina, influenzando di conseguenza organi e strutture apparentemente distanti tra loro.1 La pelle (cute) non sfugge a questo assioma, diventando così fonte di sintomi non necessariamente cutanei se la sua integrità risulta alterata e i suoi processi di guarigione disturbati. La cute è un organo, e come qualsiasi altro sistema, possiede diverse funzioni e collegamenti con il sistema nervoso centrale e periferico, diventando un tessuto vitale e compartecipe dell’adattamento generale del corpo umano nella sua globalità.1

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Un’altra struttura complessa che si riscontra sotto lo strato del derma è la cosiddetta fascia. Occorre immaginare la fascia come un “lenzuolo” di tessuto connettivo che ricopre differenti compartimenti, ma ben adeso a essi, come un velcro al di sotto della cute.1 Una soluzione di continuità che può provocare una cicatrice può coinvolgere sia la parte più superficiale che quella della fascia sottostante. La fascia è una struttura connettivale che viene spesso chiamata in causa in terapia manuale come “tessuto bersaglio” di molti approcci terapeutici, soprattutto secondo un concetto di globalità: la fascia è un vero e proprio continuum, che può dare sintomatologie molto varie.1,2,3

Cosa accade se questi processi vengono alterati? La cicatrice può orientare i processi di guarigione verso un ambiente non fisiologico, determinando la presenza di una cicatrice ipertrofica, o di un cheloide, con una diversa patogenesi.1

Da un punto di vista meccanico una cicatrice, quando presenta aderenze, puo’ essere pensata a delle graffette metalliche o delle mollette sui nostri vestiti che pinzassero tra loro sia gli abiti che la biancheria sottostante: immaginando di doverci muovere, ci troveremmo dei tiranti che limitano i nostri movimenti. Allo stesso tempo queste “graffette” potrebbero invece pinzare tra loro dei piani di scivolamento dove sia particolarmente significativo lo scorrimento di fluidi corporei (linfa, liquido sieroso peritoneale, ecc..) o dove siano alloggiati dei vasi: in tal modo, oltre al movimento, la cicatrice potrebbe influenzare anche la circolazione sanguigna o linfatica. Nei casi più gravi, queste aderenze possono necessitare di intervento chirurgico, ma spesso, nelle forme più lievi, laddove l’alterazione non porta a sintomi immediatamente significativi, l’effetto della cicatrice viene trascurato.2,3

Che cosa può fare il terapista che si occupa di terapia manipolativa come il fisioterapista o l’osteopata in questi casi? Si è visto che l’utilizzo di manipolazioni, di vario genere, che coinvolgono massaggio profondo, di scollamento, tecniche miofasciali, osteopatia viscerale, possono creare un miglioramento della situazione.

Recentemente in un nostro lavoro abbiamo sottolineato l’importanza di affrontare il trattamento delle cicatrici tramite un approccio integrato che coinvolga varie forme di trattamento: dalla terapia manipolata osteopatica, alla naturopatia, alle discipline psicologiche e comportamentali (ipnosi e scrittura espressiva), alla medicina ayurvedica, sino alla classica fisioterapia.4

Difficilmente nella vita del paziente e di ciascuno di noi è possibile ritrovare una cute che sia esente da eventi cicatriziali: diventa fondamentale saper manipolare la discontinuità cutanea, e capirne le intrinseche connessioni con il sistema corporeo.1 Oltre alla nostra pratica clinica, lo studio delle cicatrici è tra quelli che più interessano il nostro lavoro di ricerca ed insegnamento tanto ad averci portato ad approfondire questa tematica scrivendo vari articoli indicizzati, un libro e a costruire alcuni disegni di ricerca clinica pratica che verranno alla luce e pubblicati probabilmente nel 2016-2017.1,2,3,4

Emiliano Zanier

Bibliografia

1- Bordoni B Zanier E “L’approccio manuale alle cicatrici: un sistema da trattare.” 2015 Edi-Ermes

2- Bordoni B Zanier E “Skin, fascias and scars: symptoms and systemic connections.” Multidiscip Healthc. 7:11-24.

3- Bordoni B Zanier E “Clinical and symptomatological reflections: the fascial system.” J Multidiscip Healthc. 2014 18;7:401-11.

4- Zanier E Bordoni B “A multidisciplinary approach to scars: a narrative review.” J Multidiscip Healthc. 2015 12;8:359-63.

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